Lei, Anna Maria Mancuso, è a dir poco una pasionaria.
Presidente e fondatrice di Salute Donna Onlus, autentico faro per la popolazione femminile colpita da un tumore, per ben tre volte Anna è stata morsa dal cancro. E per soggiogare quest’avversario ha deciso di “metterci la faccia”. Cavalcando la politica.
Dopo essersi trasferita con la famiglia, all’età di 6 anni, da Zagarise (in provincia di Catanzaro) in un quartiere popolare di Monza, comincia a coltivare in oratorio l’impegno civile e diventa una giovane democristiana. Poi nel 1992, ai primi vagiti di Tangentopoli, la trentaduenne Anna, diventata nel frattempo architetto e da due anni mamma di Stefano, molla tutto. Non solo perché Mani Pulite le sbriciola il cuore («Ne fui disgustata!»): c’è un altro dispiacere che le si insinua nel petto. «Una mattina avverto uno strano gonfiore al seno…».
Il pensiero corre al padre, stroncato da un cancro al polmone.
Il medico minimizza: «Stia tranquilla, signora mia: è solo una banale tumefazione».
Ma una “vocina” interiore la spinge a interpellare l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano per una seconda opinione. La “vocina” («Il mio angelo custode», sussurra Anna con un velo di lacrime) ha ragione. Perché il verdetto è: carcinoma mammario con metastasi a un linfonodo. Chirurgia, chemio, radioterapia. Però tutto ciò non fiacca le sue energie. Anzi. Abituata da sempre a nutrirsi con pane e tenacia, Anna trasforma l’esperienza (e la rabbia per il madornale errore diagnostico iniziale) in battaglia a fianco dei malati.
«Così, nel 1995, all’interno dell’Istituto, nasce Salute Donna Onlus, la cui missione è diffondere le conoscenze e difendere i diritti del paziente oncologico», sorride la mia grande amica con sacrosanto orgoglio.
Cinque anni dopo, la Bestia azzanna di nuovo.
Stavolta l’altro seno.
Ancora, bisturi e radiazioni azzerano la minaccia, perché il male viene colto sul nascere. Ma a ogni zampata del Nemico, Anna replica con una stoccata: tornata con energia ad abbracciare la politica ed eletta consigliere comunale a Monza nel 2004, ispira la delibera che rende la città la prima in Italia a prevedere un supporto economico per le pazienti in chemio che vogliano acquistare una parrucca.
«Ho sempre cercato di trasformare ogni vissuto personale in iniziative utili per la collettività». Diventa senatrice durante il governo Monti (nel gruppo dei fuoriusciti dai partiti), finché nel 2014 un nodulo maligno si accasa per la terza volta nel suo seno.
È la forma più aggressiva: “triplo negativo”. Significa che non ha nessuno dei tre bersagli molecolari contro cui sono dirette le terapie più efficaci. Inoltre le analisi genetiche accertano che Anna è predisposta a sviluppare tumori mammari e all’ovaio.
No, per la Guerriera non è affatto il capolinea.
Dopo l’ennesima tribolazione che la condurrà a rimuovere mammelle, ovaie e utero, Anna che fa? Attraverso il progetto La Salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere, a braccetto con altre 23 Associazioni, regala alle donne lombarde portatrici, come lei, di quelle famose mutazioni (dei geni BRCA1 e BRCA2) l’esenzione dal pagamento del ticket per le prestazioni sanitarie.
Pan per focaccia: la vulcanica bimba del Sud adottata dal Nord sta segnando la lotta al cancro allo stesso modo in cui il cancro ha segnato la sua pelle.
«Con le altre Associazioni attive sul campo, abbiamo messo a punto l’Accordo di Legislatura, un programma politico sulle patologie oncologiche, che riassume in 15 punti le necessità su cui lavorare per migliorare cura e assistenza dei pazienti. Perché il malato è oggi al centro di un universo che necessita di interventi sanitari attenti e dedicati», rimarca la paladina Anna.
E non è finita.
Nel quartiere milanese Città Studi sorge il Campus Cascina Rosa. Qui si studiano le interazioni tra ambiente, stili di vita, alimentazione e tumori. Accoglie un incantevole orto sinergico, progettato affinché una pianta collabori al benessere dell'altra, alla larga dai fertilizzanti, e poi offre corsi di cucina alla popolazione per diffondere i segreti della nutrizione anticancro. «Da oltre 16 anni sosteniamo con i nostri volontari le attività di Cascina Rosa». Già, i volontari: linfa vitale. Sono oltre 300 e comprendono pure le hostess del desk dell’Associazione all’ingresso dell’Istituto Tumori, una presenza confortante che divulga le attività di Salute Donna e i suoi salutistici prodotti alimentari.
Ogni volta che incontro Anna e i suoi occhi cerulei e indomiti, che non hanno mai smesso di sorridere alla vita, penso sempre alla frase di quel motivatore statunitense, Jim Rohn: «Non dire: “Se potessi, vorrei”. Dì: “Se posso, voglio”».
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