Ma sì: un po’ di sana autocritica ci vuole!
Parliamo, allora, di titoli.
Di titoli della carta stampata.
Nella pagina di un quotidiano o di un periodico, la medicina deve sempre vedersela con le insidie di un fondamento della vetrina giornalistica: il titolo, per l’appunto. Un’insegna brillante o drammatizzata, che magari va a esaltare solo certi aspetti dell’argomento, in quanto più carichi di presa sul pubblico.
E allora succede che una notizia correttamente divulgata possa finire montata da una titolazione che sa, come dire?, di “canto della sirena”. Confezionata con gli abiti tipici del marketing. Il che rischia spesso d’irritare i nervi del lettore, soprattutto quando si vanno a toccare macigni chiamati “Alzheimer”, “Parkinson”, “Sclerosi multipla”, accostati imprudentemente a scoppiettanti predicati verbali come “guarire”, “vincere”, “sconfiggere”.
Chi quei macigni se li ritrova sulle spalle, e ne sostiene nella vita il difficile ingombro, poco gradisce (e giustamente) l’avventatezza allegra di quei verbi. Ebbene, degli effetti collaterali di questi titoli, ne sa qualcosa il dottor Ian J. Deary, del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Edimburgo.
Il 23 agosto del 1997 il dottor Deary pubblica sulle pagine del Lancet – prestigiosa tribuna riservata ai medici – i risultati di un’indagine secondo cui gli individui (sia maschi, sia femmine) docili e arrendevoli hanno meno probabilità di andare incontro a un infarto. Un legame – questo tra personalità e malattia di cuore – che parrebbe leggermente più evidente per il sesso femminile. Ripetiamo: leggermente più evidente per il sesso femminile.
Il Daily Telegraph riporta la notizia con un’oggettiva descrizione dello studio e dei suoi esiti (lo stesso dottor Deary giudicherà eccellente l’articolo firmato da David Fletcher, il giornalista del Daily Telegraph esperto in temi medici), ma il titolo che campeggia nella pagina recita:
«Abbassa il matterello, cara. Ti fa male al cuore».
È sufficiente quella semplice parola, matterello, a distorcere l’asse del discorso, che adesso, agli occhi del lettore, non riguarda più la popolazione femminile tutta ma soltanto l’esercito delle casalinghe. Le quali, a conti fatti, finiscono per incarnare la mansuetudine, la remissività. Insomma: la sottomissione.
È un effetto a valanga.
Il Daily Record rincara la dose titolando:
«Da’ retta al tuo maritino e vivrai più a lungo».
E così la discussione medicale scivola confusamente lungo la gratuita china della diatriba sociale. Col povero dottor Deary tutto trafelato, ai microfoni della BBC, a rattoppare i travisamenti operati dai giornali…
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