Il fumetto, come ogni medium artistico, è una sorta di spugna ultrassorbente.
Assimila gli umori in circolazione e li metabolizza con modalità provocatorie e/o didascaliche. Ma le nuvolette parlanti, a braccetto con le magie della china, sanno anche rievocare personaggi e vite vissute, restituendoci esempi di grande umanità che hanno lasciato il segno. E che per questo meritano di essere (ri)scoperti e serbati nella memoria.
Come quello di Lucille Teasdale, medico canadese (1929-1996).
Immolò la sua esistenza alla disciplina di Ippocrate marciando come un panzer contro tutti i maledetti pregiudizi maschili dell’epoca, per i quali risultava inaccettabile l’idea che una donna potesse vestire il camice del chirurgo, la specialità che Lucille aveva scelto di abbracciare. Ma la volontà, quando è granitica, è in grado di smuovere le montagne. E così la dottoressa, diventata una “signora del bisturi”, si trasferì in Uganda con l’uomo che sarebbe diventato suo marito, il pediatra italiano Piero Corti.
La coppia approdò all'ospedale di Lacor, un piccolo villaggio della tribù Acholi a una manciata di chilometri da Gulu, e col tempo seppe trasformarlo in uno dei maggiori centri sanitari dell’Africa equatoriale, «un Ospedale che rappresenta l’unica speranza di guarigione e di salvezza per milioni di persone», una struttura che ogni anno offre accoglienza e cure a più di 250.000 pazienti, come si legge oggi sul sito della Fondazione Onlus Piero e Lucille Corti.
Un traguardo straordinario, costruito nonostante i cruenti conflitti che dilaniarono il Paese ai tempi del colpo di Stato operato il 25 gennaio del 1971 dal dittatore Idi Amin Dada.
Lucille, pluripremiata per questa rara dedizione al servizio degli altri, morì per aver contratto il virus dell’Aids – che allora stava emettendo i suoi primi vagiti – durante un intervento chirurgico. Ma continuò a operare fino all’ultimo barlume di energia residua, mossa da un fuoco interiore che pareva inestinguibile e che ebbe il potere di realizzare un tangibilissimo cambiamento all’interno di una cornice storica e sociale a dir poco complicata.
Lucille Teasdale: un modello, un'ispiratrice, una Maestra per le generazioni a venire.
La toccante avventura sulla Terra di quest'angelo della medicina è stata adesso mirabilmente raccontata nella graphic novel Lucille degli Acholi (Editrice Il Castoro) dalla sceneggiatrice e scrittrice Ilaria Ferramosca e dalla illustratrice Chiara Abastanotti.
Un coinvolgente racconto a fumetti che vanta una narrazione fresca e un disegno pulito, cromaticamente caldo. Ed è proprio leggendo questo biopic dedicato all’immensa Lucille che “rendere il mondo un posto migliore” smette di essere una frase fatta per acquistare un senso pieno, realmente autentico. E diventare una missione possibile.
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